Premessa
I presenti disciplinari costituiscono l’insieme delle indicazioni cui il produttore dovrà attenersi per ottenere, l’Attestazione di Rete No Cap, che l’Associazione rilascia solo alle aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, partecipano ai progetti sociali promossi da NO CAP, si adoperano per la fissazione di un prezzo giusto lungo tutta la filiera agroalimentare e per la conversione ad un sistema produttivo sostenibile. L’Attestazione viene riconosciuta dopo un periodo di collaborazione di almeno due anni, durante il quale si potrà realmente verificare la virtuosità e la costanza delle imprese nel condividere i principi e gli standard previsti dai disciplinari basati su sei criteri: Etica del lavoro l’energia rinnovabile, i rifiuti zero, la filiera sostenibile, il valore aggiunto e il benessere degli animali
È l’unico criterio obbligatorio ed è condizione necessaria ed indispensabile per il rilascio del bollino e per aderire alla rete NO CAP. Per tale ragione viene richiesto che i cinque indicatori (rispetto della normativa e della contrattazione collettiva nazionale, sicurezza sul posto di lavoro, salute, benessere e formazione) siano pienamente soddisfatti. Solo l’azienda che assume regolarmente i suoi dipendenti potrà essere valutata anche per gli altri criteri aggiuntivi.
L’agricoltura gioca un ruolo centrale nel dare avvio ad un sistema alimentare solido e resiliente e assicurare al contempo un approvvigionamento che garantisca la tutela della biodiversità. Le interrelazioni tra salute, ecosistemi, catene di approvvigionamento, e modelli di consumo sono ormai note a tutti e il consumatore è sempre più attento a questi aspetti che orientano le sue scelte di acquisto. La filiera sostenibile che va dalla produzione alla riproduzione, passando per la vendita, è un percorso inevitabile da intraprendere e arricchisce il concetto di qualità dei prodotti agroalimentari
L’agricoltura gioca un ruolo centrale nel dare avvio ad un sistema alimentare solido e resiliente e assicurare al contempo un approvvigionamento che garantisca la tutela della biodiversità. Le interrelazioni tra salute, ecosistemi, catene di approvvigionamento, e modelli di consumo sono ormai note a tutti e il consumatore è sempre più attento a questi aspetti che orientano le sue scelte di acquisto. La filiera sostenibile che va dalla produzione alla riproduzione, passando per la vendita, è un percorso inevitabile da intraprendere e arricchisce il concetto di qualità dei prodotti agroalimentari
Con sempre maggior frequenza le imprese agricole tendono a orientarsi al mercato del consumo finale puntando ad accrescere il valore aggiunto dei propri prodotti che puo’ tradursi in diverse forme: in un approccio innovativo attraverso il ricorso a tecnologie che ne migliorino la produzione, la conservazione, la trasformazione e/o il confezionamento; oppure nella comunicazione e commercializzazione, terreno dove si gioca la concorrenza tra le imprese.
Oggi è aumentato l’interesse verso i prodotti che vengono portati in tavola, per il consumatore, infatti, la trasparenza dei metodi di produzione e di trasformazione, la tracciabilità del luogo di origine delle materie prime, il controllo della qualità, le certificazioni per la tutela dei loro prodotti sono elementi accrescitivi che conferiscono un valore aggiunto sia all’impresa che ai suoi prodotti
Tutte le aziende, ognuno nel proprio settore di attività possono contribuire a ridurre fino al 10% i rifiuti da materiali non riciclabili da destinare in discarica. Fatte salve le normative settoriali specifiche relative allo smaltimento, a guidare verso l’obiettivo europeo di “rifiuti zero” è la messa in atto di un processo virtuoso che si riassume nelle cosiddette tre “R” Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, un vantaggio per l’ambiente ma anche per le imprese vista la crescente richiesta dei consumatori di prodotti ad alta sostenibilità ambientale. L’obiettivo Rifiuti Zero si raggiunge, attraverso una strategia specifica e nella messa in atto di buone pratiche di riduzione, riuso e riciclo, che gli esperti di NO CAP hanno elaborato e che potranno essere messe a fattor comune delle imprese.
Tutte le aziende, ognuno nel proprio settore di attività possono contribuire a ridurre fino al 10% i rifiuti da materiali non riciclabili da destinare in discarica. Fatte salve le normative settoriali specifiche relative allo smaltimento, a guidare verso l’obiettivo europeo di “rifiuti zero” è la messa in atto di un processo virtuoso che si riassume nelle cosiddette tre “R” Ridurre, Riutilizzare e Riciclare, un vantaggio per l’ambiente ma anche per le imprese vista la crescente richiesta dei consumatori di prodotti ad alta sostenibilità ambientale. L’obiettivo Rifiuti Zero si raggiunge, attraverso una strategia specifica e nella messa in atto di buone pratiche di riduzione, riuso e riciclo, che gli esperti di NO CAP hanno elaborato e che potranno essere messe a fattor comune delle imprese.
Gli animali sono riconosciuti come esseri senzienti dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) e NO CAP aderisce a questo riconoscimento assicurandosi che il loro benessere presso gli allevamenti italiani sia reale e garantito.
A questo fine, il disciplinare intende valorizzare le aziende che allevano animali o che distribuiscono prodotti di derivazione animale certificate come Biologiche ai sensi della normativa UE e riconoscibili tramite il seguente marchio. La regolamentazione europea del biologico introduce standard per il benessere degli animali tra i più avanzati al mondo. In considerazione dei costi umani ed economici di tale certificazione e del lungo iter per ottenerla, NO CAP valorizzerà anche i prodotti delle aziende che sono in procinto di ottenere tale certificazione. Saranno valutate caso per caso le aziende che mettono in pratica gli stessi principi e prassi di gestione ma che, per motivi oggettivamente validi, non sono in grado di iniziare un percorso di richiesta o di ottenere tale certificazione.
Il modello di sviluppo che propone NO CAP si basa su due pilastri: la sostenibilità sociale e ambientale. Quest’ultima include il ricorso nella produzione agricola all’uso di fonti di energie alternative a quelle tradizionali in grado di svolgere la duplice funzione di supportare la redditività a lungo termine per le piccole e medie aziende del settore, e di soddisfare il loro fabbisogno energetico che provenga prevalentemente, se non esclusivamente, da fonti rinnovabili anche in regime di auto-produzione o di partecipazione alle comunità energetiche normate a livello nazionale
Il modello di sviluppo che propone NO CAP si basa su due pilastri: la sostenibilità sociale e ambientale. Quest’ultima include il ricorso nella produzione agricola all’uso di fonti di energie alternative a quelle tradizionali in grado di svolgere la duplice funzione di supportare la redditività a lungo termine per le piccole e medie aziende del settore, e di soddisfare il loro fabbisogno energetico che provenga prevalentemente, se non esclusivamente, da fonti rinnovabili anche in regime di auto-produzione o di partecipazione alle comunità energetiche normate a livello nazionale